cicerchia80 ha scritto: ↑
nicolatc ha scritto: ↑
BOD, COD, ortofosfati, sono tutti alle stelle...
Metà degli acquari di af
Direi proprio di no, anche per acquari che non fanno cambi da 2 o 3 anni.
Le acque reflue devono essere depurate in costosi impianti come quello della ricerca perché sono talmente cariche di sostanze organiche che il terreno, i fiumi o perfino il mare non riuscirebbero a depurarle direttamente senza compromettere l'equilibrio dell'ecosistema.
La domanda biochimica di ossigeno, il cui acronimo è BOD, è un indicatore della qualità dell'acqua. E' infatti la concentrazione di ossigeno consumato dai batteri in 5 giorni (viene chiamato anche BOD5) per biodegradare la materia organica presente nel campione.
Per darti un'idea della differenza tra le varie acque reflue e l'acqua del nostro acquario con o senza filtro (approssimandolo ad un fiume mediamente inquinato), cito dei valori di BOD da wikipedia:
Un fiume incontaminato ha solitamente valori di BOD5 minori di 1 mg/l. Un fiume moderatamente inquinato avrà valori di BOD5 fra i 2 e gli 8 mg/l. L'acqua di scarico trattata efficacemente da un impianto di depurazione acque reflue avrà valori di BOD di circa 20 mg/l. L'acqua di scarico non trattata ha valori variabili, mediamente attorno ai 600 mg/l, ma spesso anche maggiori come nel caso degli scarichi di industrie casearie (2000 mg/l) o delle acque di vegetazione degli oleifici (>5000 mg/l). Il valore di BOD5 medio degli scarichi influenti in un impianto di depurazione per liquami urbani è all'incirca di 200 mg/l.
C'è una bella differenza tra i 10 mg/l dei nostri acquari inquinati e 600 mg/l di ossigeno consumato dai batteri (e quindi una bella differenza di sostanza organica presente).
cicerchia80 ha scritto: ↑
nicolatc ha scritto: ↑E il documento non dice che l'ossigeno aiuta lo sviluppo delle filamentose, quanto piuttosto i nitrati. Hanno infatti dimezzato il periodo di nitrificazione e ridotto l'ossigeno nella vasca d'ingresso. Questo ha comportato una netta riduzione di nitrati, probabilmente dovuto anche ad una maggiore attività di denitrificazione.
...e solfati tanto per completare il quadro
Probabilmente
tutti i nutrienti inorganici sono diminuiti nell'esperimento, perché abbassando il set-point dell'ossigeno
da 1,5 mg/l ad 1 mg/l hanno anche ridotto l'attività dei batteri eterotrofi aerobi, lasciando più spazio a quelli anaerobi.
Infatti, dopo aver apportato le modifiche all'impianto, il BOD in uscita è almeno raddoppiato, segno che è
aumentato il residuo
organico non biodegradato, e di conseguenza si sono
ridotti i
nutrienti inorganici a disposizione delle alghe:
BOD.PNG
Questo implica che c'è meno cibo per le alghe in generale, non solo meno nitrati, la cui riduzione è evidente anche dalla tabella, avendo gli autori dell'esperimento anche dimezzato il tempo di nitrificazione.
Tra l'altro, osservando ancora la tabella, noterai che in uscita il livello di ossigeno non si è ridotto molto.
cicerchia80 ha scritto: ↑Un altro studio prende in considerazione delle località in polonia,dove i livelli di ossigeno sono molto alti(ricordati della sua correlazione con la faccenda del ciclo dell'azoto)
Ho letto anche questo studio, perché me lo avevi passato insieme al primo!
In Polonia la Oedogonium è talmente rara da essere entrata a far parte delle specie a rischio estinzione.
E anche in questo secondo studio,
l'ossigeno non viene mai citato come possibile concausa per la diffusione di queste alghe, nonostante risulti alto dalle analisi dell'acqua.
E se ci pensi, è anche normale che nei luoghi infestati da tali alghe, l'ossigeno raggiunga livelli elevati grazie alla loro attività di fotosintesi.
In pratica, l'ossigeno alto lo vedo come una naturale conseguenza della loro proliferazione, piuttosto che una possibile concausa.
In
questa pagina web vengono descritte varie alghe filamentose, e sulla Cladophora viene scritto:
L'alga filamentosa Cladophora è un comune abitante di ambienti d'acqua dolce. In alcuni luoghi viene chiamata "blanket weed" (stuoia di alghe) - non è un nome inappropriato quando nella tarda estate si possono trovare dense zattere galleggianti di Cladophora sia al bordo del laghetto che in acqua aperta, sollevate dall'ossigeno generato dalla propria fotosintesi.
Tornando allo studio in Polonia, l'ossigeno risulta alto, è vero (16 mg/l). E risultano alti anche i solfati:
Parametri-acqua.PNG
Traduco qualche passaggio:
La O. capillare è presente in acque eutrofiche dove è necessaria una protezione del suo habitat.
...
Queste specie sono cosmopolite negli ecosistemi d'acqua dolce e preferiscono acque stagnanti quali pozze, stagni, fossati lungo la strada, paludi, lanche, laghi, bacini artificiali, fiumi (Mrozińska-Weeb 1976; Burchardt 1977; Sieminiak 1979; Kuczyńska-Kippen 2009; Pikosz & Messyasz 2015).
Comunque, la maggior parte delle Oedogonium sono state trovate in piccoli corpi d'acqua (Szymańska et al. 2015).
....
La O. capillare è cresciuta in acque con un largo range pH (7.3-9.6) e ha presentato una elevata tolleranza al contenuto di nutrienti (Tabella 1).
Significativi cambi sono stati osservati nel contenuto di nitrati, azoto ammoniacale, e fosfati, mentre sono stati registrati valori piuttosto stabili di solfati e cloruri.
Anche altri parametri chimico-fisici (conducibilità elettrica, solidi totali disciolti, temperatura dell'acqua, ossigeno) hanno registrato ampio range di valori, ammontando rispettivamente a 875-963 μS·cm-1, 600 mg·L-1, 20-22˚C, 9.6-22.5 mg·L-1 (tabella 1).
...
La presenza di specie di Oedogonium in ogni particolare posizione sembra essere governata principalmente da fattori biotici e abiotici.
L'abbondanza di specie di Oedogonium dipende dalla temperatura, dall'intensità della luce e dal tipo di habitat.
Sieminiak (1979) osservò una comunità di O. capillare a 6 °C su un fondo di fiume fangoso.
Siti di campionamento caratterizzati da valori di pH neutri erano simili alle misurazioni del lago Erie (Tiffany 1937), del fiume in Nuova Zelanda (Novis 2003) e del fiume Przemsza (Sieminiak 1979), dove pure sono state notate le O. capillare.
Tuttavia, va notato che la Oedogonium si riproduce raramente nelle acque con corrente (Mrozińska 1984).
Gli stagni, dove l'acqua si riscalda rapidamente, sono un tipo di ecosistema, che viene maggiormente popolato dalle specie di Oedogonium (Mrozińska 1984).
Nel laghetto di Konojad, i parametri abiotici hanno consentito uno sviluppo di filamenti di grandi dimensioni, che in seguito formarono considerevoli stuoie galleggianti sulla superficie dello stagno.
I risultati ottenuti hanno mostrato che le O. capillare sono presenti in acqua a 20 °C e le elevate concentrazioni di nutrienti e solfati hanno giocato un ruolo importante nella crescita delle alghe.
In studi precedenti, il contenuto di solfati non è stato misurato nelle acque in cui O. capillare si è sviluppata.
Tuttavia, i nostri studi indicano che i filamenti di questa specie sono cresciuti in presenza di alte concentrazioni di questo composto.
Come vedi, non citano mai l'ossigeno come possibile concausa.
Citano luce, temperatura e nutrienti (solfati in particolare perché erano una costante trovata nei diversi luoghi).
E i luoghi ideali non sono i fiumi con forte corrente, come sarebbe plausibile se l'ossigeno avesse un ruolo determinante, ma sono le pozze, i laghetti, bacini ecc.

Come è possibile allora che in quei laghi e stagni d'acqua ferma gli studiosi abbiano registrato, insieme all'invasione di filamentose, un alto livello di ossigeno? Semplice, viene prodotto dalle alghe stesse!
E a volte dura anche fino all'alba, come ad esempio trovi scritto in
quest'altro interessantissimo studio sulle filamentose negli stagni della riserva naturale del Třeboň:
Gli stagni con pesci mostrano alto pH e concentrazioni di ossigeno diurni.
I
valori massimi (pH di 11.6 e 400% di saturazione O2 -
cioè circa 32 mg/l) sono nettamente superiori a quelli misurati da Hillebrand (1983).
La concentrazione di ossigeno (oltre il 100% di saturazione dell'aria -
circa 10 mg/l) è rimasta inaspettatamente alta anche
all'alba.
pH-O2-T evolution.png
L'ossigeno non è la causa, anzi, quando è troppo alto (32 mg/l) inizia addirittura a ridurre il tasso di fotosintesi, perché l'alga non riesce più ad espellere facilmente l'ossigeno verso l'ambiente che ne è già ricco, ma l'ossigeno è proprio il prodotto di scarto della fotosintesi:
Come mostrato in Figura 8, il tasso fotosintetico PN non è stato influenzato dalle concentrazioni basse di O2 (da 2 a 10 mg/l di O2) ma è stato progressivamente inibito da concentrazioni di ossigeno superiori a 10 mg/l
fotosintesi-ossigeno.PNG
Molto interessanti sono le loro conclusioni:
Lo sviluppo di alghe filamentose è influenzato dalle concentrazioni di fosforo e azoto nell'acqua.
Quando il livello tessutale di fosforo supera lo 0,25%, la crescita della Cladophora non viene considerata limitata dal fosforo (Auer & Canale 1982).
La concentrazione tessutale del fosforo nella Cladophora in tutti i laghi studiati supera le concentrazioni limitanti.
Il range di concentrazioni di azoto nella Cladophora nel bacino del Trebon (1.31-4.34%) è molto maggiore di quello delle Cladophora nel lago Nesyt (0.8-1.23%), mentre le concentrazioni di fosforo, potassio e sodio sono inferiori a quelle del Nesyt (lhotsky e Marvan 1975).
Il range delle concentrazioni di azoto nella Cladophora è marcatamente più largo e quello di P, K e Na sono all'interno del range delle concentrazioni di nutrienti trovato per le piante sommerse nel bacino di Trebon.
Ad alte concentrazioni di nutrienti e bassa pressione di alimentazione da parte dei pesci zooplanctivori, le alghe filamentose crescono rapidamente, il che si traduce nell'esaurimento della CO2 e nel pH elevato.
Tali condizioni, insieme all'ombra creata da dense stuoie di alghe filamentose, impediscono lo sviluppo di altri organismi autotrofi.
A pH elevato, l'NH3 libero si sviluppa e provoca la necrosi nei pesci.
Insomma, sono alghe veloci e in determinate condizioni prendono il sopravvento.
cicerchia80 ha scritto: ↑
ricordati della sua correlazione con la faccenda del ciclo dell'azoto
La classica giustificazione alla presenza di queste alghe in fase di maturazione è l'ammonio, non assorbito dalle piante ancora in fase di adattamento e non trasformato in nitrati dai batteri ancora in fase di insediamento.
Ma evidentemente anche gli altri nutrienti giocano un ruolo importante, nitrati inclusi.
cicerchia80 ha scritto: ↑
.... solitamente le fila entose agli inizi mi si sono formate all'uscita del filtro, coincidenza?
E' capitato anche a me.
Ma credo che il flusso concentrato permetta una più facile "estensione" del filamento più per un fattore tecnico che per una differente concentrazione di ossigeno. E, almeno in teoria, all'uscita del filtro l'ossigeno è addirittura al minimo perché l'hanno appena usato i batteri nitrificanti, mentre i nitrati sono al massimo perché appena prodotti dai batteri (così come dal filtro passano tutti gli altri nutrienti).
cicerchia80 ha scritto: ↑
Ti riporto un testo di un noto microscopista,che ha dei libri all'attivo
Le alghe appartenenti al genere Oedogonium, prediligono acque betamesosaprobie (acque mediamente inquinate) ferme od a lento scorrimento con un buon contenuto di ossigeno. In particolare, Oedogonium capillare è un importante organismo segnalatore di questa categoria di acque
E questo testo spiega la proliferazione algale in fase di maturazione proprio con l'ammonio.
Quindi la parola "prediligono" secondo me è fuorviante riguardo all'ossigeno, altrimenti le troveremmo più probabilmente in fiumi a veloce scorrimento. Continuo a pensare che l'ossigeno che le accompagna nei luoghi che invadono, è semplicemente quello prodotto da loro.
E in teoria, se l'ossigeno dovesse alimentare queste alghe, quando le piante si riprendono a metà/fine maturazione e iniziano quindi a produrre tanto ossigeno per fotosintesi, le filamentose dovrebbero addirittura aumentare?
cicerchia80 ha scritto: ↑
..nsomma,come si dice due indizi fanno mezza prova
Ma personalmente non vedo bene i due indizi
cicerchia80 ha scritto: ↑
Quì trovi il documento completo da dove ho messo lo screen....per me l'idea la rende dicendo che l'ossigeno addirittura le alimenterebbe

Poi boh....
Te ne ho parlato prima, non accennano minimamente all'ossigeno: parlano solo di temperature alte e tanti nutrienti, in particolare i solfati alti nel loro caso sono stati una costante (mentre gli altri nutrienti variano da luogo a luogo).
Ora, o gli studiosi sono ciechi a non vedere in un dato macroscopico come l'ossigeno alto una possibile concausa di sviluppo, oppure escludono a priori che possa esserlo! A parte Gazzaniga, che è vero che ha scritto "prediligono", ma secondo me è solo una scelta di parola non proprio felice, visto che riguardava le condizioni dove tipicamente vengono rinvenute, tanto che nel testo seguente come causa non cita proprio l'ossigeno, bensì (in maturazione) la gran quantità di ammonio.
cicerchia80 ha scritto: ↑
Comunque di certo,averlo alto e non avere alghe non è un assioma perfetto
Concordo, non è per nulla un assioma!
Infatti tornando alla domanda iniziale della discussione (se l'ossigeno alto può inibire la proliferazione algale), la mia risposta è stata no, o almeno non direttamente.
Ma per me è no anche alla tesi opposta, cioè che l'ossigeno alto le alimenti...
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