Rox ha scritto:Il carapace (il guscio del crostaceo) è fatto di carbonato di calcio per oltre il 90%, e solo il 2-4% viene dall'alimentazione.



Rox ha scritto:Il carapace (il guscio del crostaceo) è fatto di carbonato di calcio per oltre il 90%, e solo il 2-4% viene dall'alimentazione.
Come sai, i fratelli Stendker allevano i discus a pH 7.5.Kaishakunin ha scritto:
diciamo che in molti caridinai allestiti per cantonensis il KH è 0
Io ovviamente non le allevo, ma a quanto ho letto le Taiwan Bee (mutazione del gene Crystal) vorrebbero acqua con un KH tra 0 e 3...Rox ha scritto:Non conosco personalmente casi di crostacei a KH 0
Ho la risposta per Rox.Rox ha scritto:Non conosco personalmente casi di crostacei a KH 0, ma su quelli che hai conosciuto tu posso formulare delle ipotesi:
1) Non si riproducono.
2) Si riproducono, ma sopravvivono solo gli adulti.
3) Nell'acqua il calcio c'è, ma non viene rilevato dal KH perché forma cloruri, fosfati e altri sali, non carbonati.
4) La teoria di Kervran... ma per quella ci vuole una mente moooolto aperta.
In altre parole, i gamberetti cercano di sopravvivere con quello che hanno, ma tenere un acquario a KH 0, dicendo che è specifico per un crostaceo, che è fatto di carbonato di calcio al 90%...
Diciamo che se dovessi trovare una spiegazione scientifica, razionale, mi riuscirebbe più facile credere a Kervran.
Scusa Spyke, ma sembra che il professor Giuseppe L. Pesce (homen nomen), Zoologo del Dipartimento di Scienze Ambientali - Università dell'Aquila, la pensi diversamente:Spyke ha scritto:il carapace delle Caridina non è formato da carbonato di calcio!
Nella maggior parte dei crostacei, il torace e il capo sono fusi assieme a costituire un cefalotorace. Esso è ricoperto da un piastrone, detto carapace, reso più rigido dalla deposizione di carbonato di calcio.
L' esoscheletro rigido non si accresce con l'animale, ma viene cambiato stagionalmente nel periodo della "muta". In questo particolare momento il guscio si spacca lungo determinate linee e l'animale molle, con rapidi movimenti, fuoriesce idratandosi rapidamente ed aumentando così di dimensioni.
Successivamente si ha la deposizione di sali minerali e si riforma un nuovo guscio.
Dato che anche Tek86 è iscritto qui, lo contatto in mp così ci spiegherà lui meglio questa storia, dato che ha realizzato un articolo molto esaustivo in un altro forum.Rox ha scritto:Scusa Spyke, ma sembra che il professor Giuseppe L. Pesce (homen nomen), Zoologo del Dipartimento di Scienze Ambientali - Università dell'Aquila, la pensi diversamente:Spyke ha scritto:il carapace delle Caridina non è formato da carbonato di calcio!
Nella maggior parte dei crostacei, il torace e il capo sono fusi assieme a costituire un cefalotorace. Esso è ricoperto da un piastrone, detto carapace, reso più rigido dalla deposizione di carbonato di calcio.
Poi, più avanti...Ovvero, il carbonato di calcio si deposita. Non è l'animale a produrlo.
L' esoscheletro rigido non si accresce con l'animale, ma viene cambiato stagionalmente nel periodo della "muta". In questo particolare momento il guscio si spacca lungo determinate linee e l'animale molle, con rapidi movimenti, fuoriesce idratandosi rapidamente ed aumentando così di dimensioni.
Successivamente si ha la deposizione di sali minerali e si riforma un nuovo guscio.
Anche perché, come si vede da questo disegno, sta negli strati più esterni:
Abbiamo anche un fenomeno naturale, che lo confermerebbe: la migrazione delle Caridina multidentata.
Durante il periodo riproduttivo, per favorire lo sviluppo dei piccoli, si avvicinano alle foci dei fiumi cercando acque dure.
Da adulte se ne fregano, credo siano le uniche Caridina che possono stare anche sotto pH 6.
Io non ho le vostre esperienze personali, sui crostacei; quello che so lo leggo in giro.
Però, quando senti teorie contrastanti, devi scegliere a chi dare ragione.
Generalmente uso il Rasoio di Occam: se una tesi contrasta palesemente con le leggi della Chimica, la scelta mi diventa più facile.
Specialmente in un settore come l'acquariofilia, ricolmo di leggende metropolitane.
In tutto questo abbiamo dimenticato una cosuccia.
Quegli animali si siono evoluti, per milioni di anni, in un posto dove il sereno e la pioggia si alternano in modo per noi impensabile: l'Asia tropicale.
Il solo fatto di tenerli a valori costanti, acidi o basici che siano, è di per sè innaturale.
E' possibile che uno scienziato, studiando la fauna della Thailandia, abbia misurato l'acqua di uno stagno dopo un violento temporale, durante la stagione delle pioggie, rilevando durezze vicine a zero.
Magari lo ha scritto da qualche parte e gli acquariofili lo hanno frainteso, pensando che le Caridina vivano abitualmente in quelle acque.
Non so... non dico che sia andata così, ma è plausibile.
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